วันพุธที่ 12 ธันวาคม พ.ศ. 2561

Tempio d'età flavia ha una struttura


Il tempio d'età flavia ha una struttura

da lì che ricalca quella immediatamente

precedente con tre aule di fondo

consacrate al culto della triade



capitolina giove giunone e minerva e

all'autorità massima dell'impero romano

una novità formale assoluta è

rappresentata dai portici laterali del

santuario collegati a quelli che

fiancheggiavano il foro una concezione

unitaria dello spazio forense mai

realizzata prima d'ora il santuario

flavio è assai che monumentale di quelli

che l'hanno preceduto e tutto decorato

in marmo di botticino quindi prevale

questo bianco dopo almeno dobbiamo

immaginarselo così nelle sue nei suoi

innalzati e il suo affaccio così

sottolineato rispetto al decumano

rispetto alla piazza del foro fa sì che

si parli in questo momento della città

come della



invenzione urbana più ellenistica

dell'italia settentrionale

all'interno gli arredi culturali

superstiti lasciano immaginare la

grandiosità e la magnificenza che

ispiravano l'intero complesso gli altari

per i sacrifici con bassorilievi a

ghirlande un candelabro monumentale i

frammenti della statua colossale di

giove ottimo massimo alta quasi  metri

ospitata sul podio che occupava all'aula

centrale

negli ambienti laterali erano accolte le

statue votive di giunone e di minerva

divinità proprie del pantheon romano che

si affiancarono al culto di mercurio

molto diffuso anche presso i galli ea

quello di divinità celtiche tipiche

dell'ambito bresciano come per genius la

decorazione interna di questo tempio ce

la immaginiamo come estremamente

colorata estremamente vivace il

pavimento e lausetti le tra l'altro uno

dei pochissimi i pavimenti insetti le

conservati in tutta italia ed era

costituito da lastre marmoree di

di vari colori e dei marmi più che

pregiati e interessante collegare questa

queste soluzioni decorative messe in

atto all'interno del capitolium con

quelle attuate all'interno della

basilica che era l'altro grande edificio

civile di brescia destinato allo

svolgimento delle attività

amministrative delle attività

commerciali che chiudeva il lato

meridionale del foro e che era decorato

all'interno con dei pavimenti

estremamente sobrio insetti le bianco e

grigio al disastro ni bianco grigio però

alle pareti presentava allo stesso tipo

di decorazione policroma così accentuata

come nel capitolium quindi interessante

vedere come in questo progetto di piazza

si sia sottolineata la valenza in

qualche modo speculare dei due grandi

edifici quello di culto e quello civile

che chiudevano la piazza

fra il tempio capitolino e la basilica

civile si apriva la grande piazza del

foro fiancheggiata da lunghissimi

portici sui quali si affacciavano le

taverne dell'ampio porticato che

caratterizzava la piazza oggi si

conserva un tratto del colonnato

orientale

il foro poi come in tutta tutti i fori

dell'italia settentrionale era

sufficientemente ampio per dare spazio a

tutte le attività deve parlare di una

socializzazione favorita da questo

spazio così ampio e che consente anche

di fare una valutazione almeno così

quantitativa del numero degli abitanti

della città

ragionando intorno ai   mila

abitanti credo che non si vada oltre il

giusto brescia era una città che

disponeva di tante risorse economiche

vorrei dire come oggi in un prodotto di

vista puramente materiale possiamo dire

che si trattava sicuramente di una

velocità più ricche dell'italia romana

non solo a nord del po ma nell'italia

romane in se stessa

alle falde del colle cidneo a oriente

del capitolium era adagiato anche il

teatro della città il palazzo magi

gambara costruito sull'area in età

rinascimentale ha innovato parte della

scena ma l'ampiezza della cavea e ancora

percepibile restituita da interventi

costanti e conclusi solo di recente

le strutture conservate consentono di

ritenerlo uno dei teatri più grandi

dell'italia settentrionale in grado di

contenere fino a  mila spettatori

il teatro di brescia riveste un

interesse particolare proprio per la sua

posizione strettamente saldata al

complesso di punto la sua datazione lo

pone come prima fase in età augustea

ma noi non escludiamo che potessero già

esserci delle strutture databili ed età

precedente

una struttura appoggiata anche in questo

caso alle pendici del colle cidneo con

un apparato decorativo nella scena fra i

più rilevanti

finora riscontrati in incisa alpina

il collegamento fra fisico fra complesso

di culto e teatro viene risolto dall

aula di pillastrini un misterioso

ambiente ancora ben visibili all'interno

dell'area che in età medio imperiale

costituita proprio il foyer se vogliamo

di accesso al teatro

la costruzione del santuario in età

flavia segna l'inizio dello sviluppo

edilizio di brixia su vasta scala

la città cresce da un punto di vista

demografico e si espande con abitazioni

di pregio diffuse su tutto il tessuto

urbano come la domus in prossimità della

basilica ricostruita e affrescata in età

flavia oggi musealizzata all'interno

dell'istituto scolastico a richard ma è

nel settore orientale della città che

gli scavi hanno restituito preziose

testimonianze dei complessi residenziali

presenti a brixia sono le domus

dell'ortaglia un'altra splendida eredità

della civiltà romana rimasta del tutto

celata fino agli anni sessanta un intero

quartiere della città antica sepolto

sotto gli orti del monastero femminile

di san salvatore è oggi visibile in

parte all'interno del museo di santa

giulia si è conservata la domus di

dioniso con la raffigurazione della

divinità che abbevera una pantera al

centro del triclinio e la domus delle

fontane caratterizzata da elementi

decorativi che con i giochi d'acqua

esaltavano la luminosità dei mosaici

varietà la struttura principale delle

abitazioni è particolare e corrisponde

una tipologia che è molto diffuso in

italia settentrionale ad esempio nella

vicina a verona non abbiamo la casa ad

atrio di matrice centro italiche

pompeiana ma abbiamo delle case disposte

intorno a cortili lastricati

probabilmente

all'interno di tutte le abitazioni della

città c'era acqua corrente

contrariamente a quanto può venire in

altre città i pavimenti a mosaico di

queste domus sono prevalentemente a

decorazione policroma un gusto privato

decisamente particolare con una

predilezione per i motivi geometrici che

ha attraversato i secoli a partire

proprio dai più antichi che abbiamo

rinvenuto dell'inizio del primo secolo

dopo cristo sino a quelli delle ultime

fasi delle domus prima dell'abbandono

databili grosso modo tra la fine del

terzo e l'inizio del quarto secolo dopo

cristo

sicuramente all'interno di queste

abitazioni risiedevano famiglie di rango

sociale medio alto un segno di vita

molto tangibile all'interno delle domus

delle fontane per un graffito rinvenuto

sulla parete crollata di un corridoio

con un'iscrizione erotica in esametri

che ci fa capire come poteva anche

essere il clima che si viveva

all'interno di queste abitazioni ma per

il resto abbiamo trovato dei reperti

mobili come ad esempio un piccolo

forziere delle decorazioni in bronzo

delle porte dei mobili che ci confermano

l'elevato tenore ma lasciano

nell'anonimato e i proprietari di questi

ricchi abitazioni non è da sottovalutare

il fenomeno che si sviluppa già a

partire dall'età flavia e poi attraverso

letame dente riale della costruzione e

soprattutto da parte delle famiglie

abbienti della città di ville

residenziali appena fuori dal circuito

delle mura ci sono ville residenziali di

tenori altissimo come la villa di san

rocchino con lo splendido mosaico

conservato il museo che testimoniano di

questa predilezione delle famiglie

abbienti a ricavarsi uno spazio di otium

fuori dalla vita convulsa della città

lungo le principali arterie viarie

c'erano le zone funerarie questa

necropoli dobbiamo immaginarci le come

degli spazi con un fortissimo rapporto

tra vivi e morti ogni tomba era

segnalata da un signa culo

quindi da un monumento funerario

bresciane ha tantissimi perché sono

tutti realizzati con il calcare locale

estratto dalle cave di botticino pochi

chilometri dalla città

quindi questi monumenti riportavano i

ritratti dei defunti riproducevano a

rilievo divinità il cui culto era

particolarmente caro al defunto ci danno

i nomi i cognomi nè le gente e dei

defunti spesso anche l'età i rapporti

familiari quindi sono dei documenti

fondamentali per ricostruire quelli che

erano gli abitanti della città

 luglio  un'altra data memorabile

per la città di brescia in alto nel

castello sul cidneo sono rinchiusi i

prigionieri politici dei primi moti

risorgimentali in basso intorno al

tempio di vespasiano sono ripresi gli

scavi iniziati nel  è quasi buio

quando in un'intercapedine del tempio in

un piccolo spazio della lunghezza di 

metri

la vanga degli archeologi si imbatte tra

carboni bruciati e terriccio in qualcosa

di metallico il presentimento di un

ritrovamento importante si diffonde ma i

lavori si fermano e gli scavi

ricominciano all'alba seguente alla luce

del giorno si estrae un autentico tesoro

tra cui spiccano sei ritratti di bronzo

ognuno di  paesi bresciani nell'incavo

tura dell'occhio preziose pietre

orientali


ogni singolo pezzo estratto sarà

documentato attraverso accurati disegni

poi raccolti in un'edizione del museo

archeologico e illustrato dedicato a

ferdinando primo imperatore d'austria

figlio di francesco illustre sostenitore

dei primi scavi bresciani forse uno dei

rinvenimenti di bronzo più cospicui di

tutta italia


si tratta di statue frammenti di statue

elementi di decorazione architettonica

che furono stipati tra due muri del

tempio probabilmente in un momento di

pericolo o dove questi materiali

rischiavano di essere fusi per

realizzarne altri ci sono ad esempio ben

sei ritratti in bronzo questi ritratti

ci permettono di percorrere un po tutti

i secoli dell'impero solamente una

femminile è probabilmente il più antico

di tutti  e grazie alla capigliatura

che caratterizza la donna ritratta

possiamo attribuirlo all'età flavia

quindi alla seconda metà del primo

secolo dopo cristo

un altro ritratto è riconducibile

probabilmente all'immagine

dell'imperatore di origine nord africana

di leptis magna settimio severo che

dovrebbe comunque risalire all'inizio

del iii secolo dopo cristo

nel tesoro spicca un capolavoro una

grande figura femminile uno dei rari

bronzi sopravvissuti al naufragio

dell'antichità una statua muliebre alta

due metri dall atteggiamento di essa a

volte impegni mais tre vole mente

scherzati avente rialzata alquanto la

coscia sinistra

il capo a quella parte lievemente

inclinato e pensoso sembra figurare la

vittoria che scriva su uno scudo

è la vittoria alata fa le braccia e le

due ali staccate riposte una sull'altra

la ruggine l'ha risparmiata dal degrado

anche se priva di alcuni attributi che

doveva possedere in origine l'elmo di

marte su cui appoggiava il piede

sinistro in segno di supremazia e lo

scudo il ritrovamento suscita un clamore

immenso e alle tristezze del tempo la

bella figura apparve come un auspicio di

nuove sorti migliori emozione

grandissima altissima sono soltanto fra

le scopritori fa gli operai ma si

diffonde rapidamente al resto della

città tanto è vero che quando si decide

di trasferire la vittoria nella sede

temporanea di esposizione cioè nell'ex

convento di san domenico la vittoria

venne trasportata su di un carro

addirittura accompagnata dalla banda

musicale che attraversa la città fra una

folla di curiosi e di festanti

tant'è vero che il corteo questa specie

di marcia trionfale della vittoria viene

addirittura registrata non soltanto

sulla stampa ma si registra anche nei

rapporti epistolari che intercorrevano

 chan dell'epoca ei loro amici loro

corrispondenti fuori città

sito al momento della sua scoperta la

vittoria fu oggetto di moltissime

interpretazioni da parte di archeologi

di storici dell'arte le sono state

attribuite diverse cronologie diverse

origini una molto suggestiva la vedeva

addirittura come un bronzo originale di

età ellenistica probabilmente nato come

afrodite e venerata all'interno di uno

dei un santuario molto importante del

mediterraneo giunta a roma poi come

bottino di guerra la statua sarebbe

stata trasformata in vittoria e donata

successivamente a brescia

in realtà le analisi più recenti l'anno

datata alla metà del primo secolo dopo

cristo quindi all'età giulio claudia e

soprattutto hanno confermato che le ali

sono state fuse insieme al resto della

stato e che quindi è nata proprio già

come vittoria alata l'immagine della

vittoria alata di brescia si diffonda in

tutta europa copie in gesso arrivano

anche a new york è a posto

poeti e artisti di sono ispirati

gabriele d'annunzio ricorda nei suoi

versi fremere l'ala di metallo vivo

giosuè carducci nel  celebra

all'antico bronzo come il simbolo di una

città che si era distinta nelle lotte

per la libertà d'italia lieta del fato

brescia raccolse un brescia laporte

brescia la ferrea brescia leonessa

d'italia deve rata nel sangue nemico

la scoperta della città romana avviata

con i fortunati i ritrovamenti del 

e del  si chiude nel  con

l'inaugurazione del museo patrio

all'interno del capitolium dove sono

collocati i reperti restituiti dagli

scavi qui affluisce anche l'ingente

quantità di epigrafi raccolta in città e

in provincia

in passato inserite nelle facciate di

molti palazzi


e il primo museo lapidario pubblico

d'italia che riflette la particolare

sensibilità manifestata dalla città di

brescia nei confronti del patrimonio

classico oggi complessivamente circa

. iscrizioni che evocano il vissuto

di soldati sovrani dei gli uomini comuni

dell'antica brixia

tra le tante che possiamo considerare

interessanti in particolare colpisce

conservata nella cella centrale del

tempio capitolino è anche quella di

anteros asiatico che era un servo il

quale ha assunto evidentemente la

cittadinanza perché diventa un serio

augustale cioè un uno di coloro che

conservavano il culto del

dell'imperatore è l'unica iscrizione

nella quale nella parte bassa proprio

dell'iscrizione è ampiamente illustrata

l'attivita svolta dal personaggio che è

nominato cioè da questo anteros asiatico

teneva a far sapere tutto quanto quello


che aveva fatto

facoltosa e protetta dagli imperatori

romani dotata di architetture di

notevole forza artistica brixia va

incontro a partire dal quinto secolo

dopo cristo a quel lento inesorabile

declino che coinvolge tutto il mondo

classico e pagano e le trasformazioni

che interessano l'area sacra della città

depredata incendiata infine sommersa

dalla terra del colle cidneo sono lo

specchio del tramonto della florida


colonia romana

a un certo punto a seguito degli editti

che comunque mettono fuori legge la

religione pagana e quindi con

l'affermazione successiva del

cristianesimo gli apparati e degli

edifici di culto vengono prima

abbandonati poi intenzionalmente

distrutti e tutte queste aree

monumentali della città vengono

spogliate dagli elementi architettonici

considerate in pratica come vere e

proprie cave a cielo aperto e un declino

che si può apprezzare in maniera

particolarmente suggestiva all'interno

del santuario repubblicano dove sulle

murature dell'aula dipinta e stata

ritrovata una tomba medievale e sui

resti di questa piccola necropoli un

piccolo forno per ceramica uno dei

dei tre individuati finora in città

utilizzato per piccole produzioni di

ceramica una città di brixia decade in

tutto il quinto secolo a partire dalle

 la prima invasione e poi  gli

unni e poi odoacre poi altri di altri

personaggi che passavano e noi che

lasciavano traccia la decadenza della

città è comune a tutta quanta l'italia

settentrionale però brescia conservò una

dignità maggiore rispetto a tutti gli

altri e salvò molto del suo prestigio

grazie alla presenza dei longobardi con

l'insediamento dei longobardi il centro

spirituale ideologico della città si

sposta nell'aria che sarà occupata dal

complesso monastico di san salvatore

santa giulia fondato da ray desiderio e

dalla reggina nhtsa nel  dopo cristo

sede del museo della città insieme

all'area archeologica del capitolium

sito del patrimonio mondiale dell'unesco

il complesso ospita la chiesa di san

salvatore una straordinaria architettura

dove si manifesta una sensibilità del

tutto nuova nei confronti della

classicità l'antichità della città prima

spogliata e depredata come bottino di

guerra



rinasce in un linguaggio artistico che

recupera l'autorevolezza del passato

abbattendo la barriera fra cultura sacra

e profana

solamente all'interno del monastero di

santa giulia che venne edificato a

partire dalla fine del vii secolo dopo

cristo nella zona nord orientale della

città abbiamo contato circa  elementi

di pietre di marmo di età romana

riutilizzati ci sono colonne che

provengono dal foro dagli altri edifici

pubblici capitelli stucchi che

riprendono i motivi antichi e lastre di

marmo che dovevano con ogni probabilità

decorare le tombe di desiderio dei suoi

familiari

un caso unico che ci spinge anche fino

all'età carolingia e la croce di

desiderio

un oggetto straordinario che fa parte

del tesoro del monastero una croce linea

rivestita di una lamina metallica

all'interno della quale sono reimpiegate

ben  gemme gran parte delle quali

antiche alcuni di età romana di età

augustea di età imperiale

alcune di esse con anche riproduzioni

della vittoria alata quasi alludessero a

questa grande statua pur non vedendo la

quindi una seconda vita di questi di

questi materiali che viene proprio

garantita dal dal popolo longobardo che

cerca di creare proprio per ammirazione

d'emulazione un tessuto connettivo tra

l'antichità classica e quella che sarà

poi la cultura successiva la cultura

europea

grazie alla guida illuminata dei

longobardi a brescia il tempo delle

distruzioni iniziato con le invasioni

barbariche

si interrompe presto furono loro

tra i primi a condividere quel messaggio

premio di valori civili universali

inviato nel  dopo cristo dal generale

bizantino belisario a totila il re degli

ostrogoti che minacciava di radere al

suolo roma

gli uomini savi che apprezzano

giustamente le leggi del vivere civile

abbelliscono con le opere d'arte

le città che ne sono ancora prive gli

uomini stolti invece le spogliano del

loro ornamento così che senza vergogna

tramandano ai posteri ricordo delle loro

molte malvagità perciò colui che

rovinasse tante grandezze si renderebbe

reo di un grande delitto verso tutti gli

uomini del futuro

la luce con modificare la percezione che

abbiamo di un'opera d'arte come

risponderebbe un uomo di scienza

cosa può farci scoprire la fisica

moderna che ancora non sappiamo del

nostro patrimonio ricercatori del cnr di

firenze ci hanno rivelato segreti

inaspettati su capolavori del bronzino e

di caravaggio

nel nostro viaggio sulle tracce dei voti

e delle storie di uomini e donne che

operano a servizio della bellezza di

questo paese

abbiamo scoperto un luogo in cui fisica

e arte si fondono presso l'antico

opificio delle pietre dure di firenze

nella fortezza da basso ha sede il

laboratorio dell'istituto nazionale di

ottica è qui che il fisico alessandro

farini indaga la relazione tra arte e

luce esiste una scienza la psico fisica

della visione che studia come i nostri

occhi vedono il mondo gli oggetti

illuminati e quindi anche le opere

d'arte quando studiamo la psico fisica

noi studiamo stimoli fisici come può

essere l'illuminazione il colore e il

contrasto ma non ci limitiamo a questo

studiamo anche la risposta che delle

persone dando quando sono esposte a

questi stimoli quando vedono queste cose

quindi abbiamo la misura di una

grandezza fisica ma aspettando anche la

risposta in un certo senso psicologica

che le persone danno a quello stimolo

ecco così che facciamo psicofisica

perché usare la psico fisica per

studiare le opere d'arte perché è

indubbio che la luce gioca un ruolo

importantissimo quando noi percepiamo

un'opera d'arte è facile pensare a tanti

aspetti della luce nelle opere d'arte

per esempio la prima cosa è la luce che

troviamo nei dipinti pensiamo alla

chiamata di san matteo

lì è evidente che la luce gioca un ruolo

decisivo in quell'opera d'arte anche se

magari non è una luce realistica ma è

una luce che immediatamente fa capire

alle persone che guardano il quadro dove

bisogna guardare

qual è la cosa importante qual è la cosa

a cui loro devono fare riferimento

ma la luce è anche lo strumento che ci

permette di vedere le opere d'arte e qui

la psico fisica entra in gioco in

maniera veramente importante perché

cambiare il tipo di illuminazione che

usiamo su un'opera d'arte vuol dire

anche cambiare la percezione che noi

abbiamo di quell'opera d'arte in un

certo senso quando illuminiamo

interpretiamo l'opera questo può creare

scandalo ma non è così questo è quello

che accade sempre nelle opere d'arte

pensiamo un attimo alla musica classica

quando andiamo un concerto oggi non

ascoltiamo l'opera di mozart ascoltiamo

l'opera di mozart interpretata da una

grande orchestra quando guardiamo oggi

l'opera di un pittore

in realtà la guardiamo interpretata

dalla luce che in quel momento viene

utilizzata

il delicato compito di farini

nell'ultimo progetto di ricerca che sta

conducendo è quello di registrare e

monitorare una vera e propria

rivoluzione che si sta consumando nel

rapporto tra l'opera d'arte è la luce

che la illumina negli ultimi anni

infatti si stanno cominciando a

sostituire le vecchie lampade alogene

usate per illuminare le opere d'arte con

nuovi impianti a led

i led sotto una sorgente veramente

interessante perché permette di

scegliere il tipo di luce in una maniera

estremamente più precisa rispetto a

prima

cioè quando noi decidiamo di illuminare

con i led possiamo decidere per esempio

di puntare più su blue bulls un rosso

più sul verde possiamo in un certo senso

scegliere la luce adeguata per l'opera

che noi vogliamo illuminare allora che

cosa facciamo noi nel nostro laboratorio

presso l'opificio delle pietre dure

noi abbiamo l'opportunità di avere varie

opere d'arte ovviamente noi dobbiamo

sapere molto bene e caratterizzare con

estrema precisione il tipo di

illuminazione che stiamo usando per

illuminare le opere d'arte

la luce che per molti artisti era fonte

di bellezza è oggetto da ritrarre per

farini è un insieme di onde le cui

differenti frequenze possono determinare

i colori la luce nei laboratori del cnr

di firenze si traduce in numeri e

parametri che vanno scrupolosamente

registrati e selezionati

le sorgenti che abbiamo selezionato

hanno differenti parametri anno

differente indice di resa cromatica e

temperatura di colore quindi fanno

effetti più o meno caldi o freddi a

seconda appunto della temperatura di

colore utilizzata ad esempio nel

ritratto di donna che abbiamo

selezionato il laboratorio quando

utilizziamo la sorgente che ha indice di

resa cromatica  e temperatura di

colore  kelvin si vede che l'opera

viene valorizzata nelle sue componenti

calde tra virgolette quindi nei colori

giallo arancio presenti all'interno

dell'opera d'arte stessa quando

utilizziamo invece la sorgente che ha

stesso indice di resa cromatica ma

temperatura di colore più alta .

elvin quindi ha un effetto cosiddetto

più freddo praticamente vengano

valorizzate le componenti verdi azzurre

presenti all'interno dell'opera come ad

esempio l'abito della donna invece la

sorgente che a temperatura di colore

. che vi è uno spettro ricco nelle

componenti che il nostro chi percepisce

come grosse praticamente valorizza

proprio in questo colore all'interno

dell'opera quindi l'incarnato le labbra

paiono più rosse e statisticamente

secondo le nostre indagini appaiono

anche più piacevoli e soddisfano di più

gli osservatori in questo ci vengono

aiuto gli strumenti che ci permettono di

sapere con estrema precisione il tipo di

illuminazione che stiamo utilizzando

sulle opere

questo per esempio un aspetto fotometro

che quando noi lo è ora andiamo a

misurare osservando il tipo di risposta

che abbiamo su questo materiale che è

una specie di bianco di riferimento

questo è come se fosse in bianco

perfetto noi misuriamo la luce che

arriva su questo oggetto è in questo

modo noi sappiamo con precisione il tipo

di illuminazione quindi lo spettro

quindi la temperatura di colore e

possiamo vedere se la nostra lampada in

questo momento stai mettendo più nel

rosso più nel blu più dentro

farini non può prescindere dal

determinare e misurare con esattezza la

luce che applica su ciascun singolo

dipinto e opera modifica di poco i

parametri della luce usata e registra le

reazioni dei visitatori i suoi

esperimenti si basano sulle reazioni di

quel campione umano è questo il metodo

scientifico tramite il quale sarà

possibile comprendere come cambierà la

fruizione di un'opera d'arte nel

passaggio ai nuovi impianti a led nei

laboratori del cnr di firenze sono già

stati fatti alcuni esperimenti e sono

già stati registrati dei primi risultati

noi abbiamo già fatto alcune misure

preliminari e ci sono stati alcuni

risultati estremamente interessanti ad

esempio esaminando la madonna del

granduca di raffaello si è visto come le

persone che chiamavamo qui in

laboratorio a rispondere apprezzavano

tantissimo alcuni led a luce fredda ed

erano veramente entusiasti perché

dicevano che l'opera acquistava una

maggiore dimensionalità ai certi colori

e come se apparissero e prima non si

vedevano questo per esempio non è stato

completamente condiviso quando a fare

l'esperimento abbiamo chiamato esperti

veri cioè storici dell'arte restauratori

per loro la luce ideale per vedere quel

dipinto era ancora la logica è molto

interessante capire se questo è un

aspetto realmente decisivo nella

percezione dell'opera o è un aspetto

legato al fatto che alcune persone sono

legate al modo con cui hanno visto quell

opera per molti anni precedenti farini

dunque è a servizio di una rivoluzione

che sta investendo il nostro patrimonio

artistico e culturale

ma mentre lui il laboratorio analizza e

anticipa quello che accadrà ci sono

luoghi della cultura siti nei quali gli

impianti a led sono già stati applicati

non sono una promessa per il futuro ma

una realtà ci sono molti luoghi in cui

questo si è cominciato a fare per

esempio per il grande pubblico una cosa

che sicuramente ha avuto grande

rilevanza è la cappella sistina

recentemente tutta l'illuminazione di

questo grandissimo ciclo pittorico

cambiate le diventate integralmente a

led e la gente ha potuto apprezzare

nuovamente l'opera sotto davvero una

nuova luce

ma non è l'unico luogo per esempio per

stare qui a firenze la cappella di

eleonora di toledo che si trova in

palazzo vecchio

anche in questo caso è stata

completamente cambiata l'illuminazione

che è diventata tutta a led permettendo

di vedere un cambiamento veramente

decisivo rispetto a quello che vedevamo

in un primo tempo

perché questa nuova luce al led è spesso

sente dire la luce a led due appunto più

a lungo è più economica e più facile da

mantenere queste sono tutte ragioni

estremamente valide per utilizzare la

luce a led

ma io penso che ci sia un'altra ragione

importante da tenere dentro ed è che la

luce a led può essere anche una luce

bella da vedere perché non basta che una

cosa sia economica utile facile bisogna

anche che sia bella da vedere perché

questo risponde a un desiderio ha un

bisogno che tutti noi abbiamo dentro

ma alla luce è anche uno strumento utile

a indagare le opere d'arte grazie alla

luce visibile infrarossa è possibile

vedere cosa si nasconde dietro una tela

nei laboratori del cnr di firenze

ciò che non è visibile all'occhio umano

viene rivelato da una tecnica innovativa

la riflettografia dare fotografia è una

tecnica che consiste nell'illuminare un

oggetto tipicamente un dipinto mediante

radiazione nell'infrarosso e nel

rivelare la radiazione diffusa dal

dipinto allora se noi lumin assimo o

illuminiamo un dipinto con la radiazione

visibile

cogliamo i colori del vinto la relazione

al di fuori dall intervallo spettrale

del visibile invece interagisce con la

materia in modo diverso tipo la

redazione fa rossa è in grado di

penetrare il dipinto penetrare lo strato

pittorico e ci consente di rivelare

quello che sta sotto

in altre parole è più il nostro

principio e o di quello che succede con

i raggi ics che ci consentono per

priorità relative alla radiazione stessa

utilizzata di vedere dentro corpo umano

tipicamente la preparazione dipinti

antichi veniva fatta a gesso e colla se

su questa preparazione veniva fatto un

disegno o materiali assorbenti tipo il

carboncino la grafite la radiazione

infrarossa che penetra stato pittorico

arriva la preparazione viene riflessa

dalla preparazione assorbita dal disegno

per cui noi siamo in grado di vedere il

disegno preparatorio

l'ultimo strumento che abbiamo

sviluppato è un dispositivo a scansione

per l'analisi di fotografica rispetto ai

sistemi tradizionali per i fotografi

allo scanner indubbi vantaggi il fatto

che le sorgenti si muovano in modo

solidale con i rivelatori far sì che il

riscaldamento del quadro sia minimo il

fatto che utilizzi delle ottiche a

specchio fa sì che non ci sia

aberrazione cromatica che è un problema

consistente in uno spettrale così ampio

che va dal visibile fino all'infrarosso

lo strumento è stato realizzato presso

l'istituto nazionale di ottica sia la

progettazione che poi la realizzazione

pratica è stata fatta direttamente dal

nostro gruppo

guardando le immagini che sono

sovrapposti in funzione della lunghezza

d'onda si può notare effettivamente come

cambia tutto sommato quello che viene

riflessa dalla superficie del dipinto

per ora stiamo guardando i vari canali

nel visibile quindi essenzialmente

appare una diversa risposta dei vari

pigmenti in funzione della lunghezza

d'onda che stiamo guardando

quando si arriva invece nei primi canali

r si inizia a penetrare all'interno del

dipinto ea scoprire qualcosa che sta al

di sotto del pigmento visibile che

effettivamente appare come un nuovo

paesaggio

uno dei casi più eclatanti è stato

trovare nella cena in emmaus una

finestra dietro lo sfondo scuro tipico

del caravaggio al di là di questa

finestra si può intravedere un paesaggio

costituito da alberi probabilmente un

fiume montane o cose del genere

che poi caravaggio ha coperto con lo

sfondo nero che caratterizzava il suo

stile di pittura un altro caso

abbastanza significativo è quello della

madonna del granduca di raffaello e

anche lì a grazie al fatto che il nostro

strumento siamo riusciti ad aumentare la

lunghezza d'onda fino all'estremo del

range infrarosso si riesce a penetrare

lo strato di pigmento nero e si

intravede il disegno in un capitello si

riesce a distinguere esattamente e lo

spolvero che la tecnica tipicamente

usato da raffaello nei suoi quadri nei

suoi dipinti caratterizzato da una serie

di puntini neri e quindi questo a far sì

che l'attribuzione del disegno a raffa è

lo stesso sia praticamente certa

non sempre nella fotografia magari

consente di rivelare cose eclatanti

perché tutti si aspettano scoop di

trovare un volto cambiato per esempio

l'immagine ci è capitato sotto il

bronzino di vedere un diavolo sotto un

angelo ma anche quando non si scoprono

risultati eclatanti vedere soltanto

dallo studio del tratto di può essere

affatto a matita si era fatto con la

punta metallica per noi una grande

soddisfazione

se esiste una zona grigia un anello di

congiunzione tra scienza e arte

questa è forse una spinta comune la

curiosità e la ricerca della bellezza

anche lo scienziato può apprezzare la

bellezza di un'opera d'arte anche

l'umanista può interessarsi davvero alla

scienza e magari vederne la bellezza e

anzi io spero che siano sempre più punti

tra queste cose perché realmente da

nuovi punti di vista possono come venir

fuori nuove idee nuovi spunti che

permetteranno di fare avanzare tutte i

nostri campi di ricerca in un modo bello


è sempre lui